Sottoli: le provviste per l’inverno della cultura contadina italiana

Come la maggior parte delle conserve, anche i sottoli nascono dalla necessità di sfruttare al meglio tutti i frutti della terra e di non sprecare i preziosi alimenti estivi, benché si possano utilizzare anche ingredienti di altre stagioni come i funghi o le verze.
In passato, quando le tecniche agricole erano molto meno avanzate rispetto ad oggi, gelate, grandinate e fenomeni atmosferici improvvisi spesso rovinavano interi raccolti, lasciando le famiglie contadine senza cibo. I sottoli erano quindi le provviste per l’inverno, le scorte da conservare con cura per far fronte ai mesi più freddi.

Sottoli: la conservazione nell’olio extravergine d’oliva

La tecnica di conservazione in olio d’oliva (rigorosamente extravergine) è una delle più antiche.
I Romani conoscevano già molte delle proprietà del prodotto, fra cui appunto la sua capacità di preservare gli alimenti.
Con l’olio gli ingredienti vengono isolati dal contatto con l’aria e l’ossigeno. preservandone il sapore ed il potere nutritivo. Però, prima di essere immersi nell’olio (che deve ricoprire ogni elemento), i cibi vengono cotti, salati o acidificati con aceto di vino. In questo modo si possono conservare le verdure estive e gustarle anche d’inverno.

Esiste una grande varietà di sottoli: praticamente ogni verdura ha il suo equivalente vasetto sottolio. Ritroviamo pertanto sottoli a base di peperoni, pomodori secchi, zucchine alla menta, carciofi di ogni tipo, melanzane e peperoni, accompagnati da aromi come basilico, origano, menta o aglio.
Sempre e solo ingredienti e aromi della tradizione italica e della dieta mediterranea!

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